25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Pubblicato il 23 novembre 2022 • Comune , Comunicati stampa , Pari opportunità

Il messaggio dell’Assessora alla Parità e Pari Opportunità Marta Jerovante

Ci piacerebbe poter dire che dedichiamo questo 25 novembre – Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne – al ricordo delle vittime. Ma purtroppo al ricordo dobbiamo aggiungere la testimonianza di un presente che continua ad alimentare un elenco già sin tropo lungo.

Dall’inizio del 2022 sono 91 in Italia i femminicidi, lesbicidi e transcidi. Solo l’ultimo dato di una vera e propria guerra che si consuma all’interno delle mura domestiche e di relazioni tossiche.

Inoltre sono ancora in corso diverse guerre nel mondo, una delle quali – quella in Ucraina – molto vicina a noi. Ma non dimentichiamo l’Afganistan, il Kurdistan, la Palestina, lo Yemen… E le guerre, si sa, producono violenze, lutti, stupri, distruzione nelle vite di chi resta, cui si aggiungono discriminazione e oppressione in quelle di chi fugge. E spesso sono proprio le donne ad essere maggiormente esposte alle conseguenze della guerra.

Ma se la situazione sembra inquietante nelle sue manifestazioni più estreme, non è certo incoraggiante il riaffermarsi del concetto di matrimonio e natalità come dovere civile, dietro il quale si cela un ritorno al patriarcato istituzionalizzato che sembrava ormai alle nostre spalle; non è certo incoraggiante la dialettica antiabortista, omotransfobica e razzista prima relegate a qualche sacca ultraconservatrice e ora oggetto delle politiche di governo; non è certo incoraggiante l’idea di interdire nelle scuole l’educazione dei nostri ragazzi alle differenze; non è certo incoraggiante la limitazione che si sta cercando di porre al diritto costituzionalmente garantito di manifestare il proprio pensiero, se poi difforme a quello dominante.

Per questo oggi è più importante che mai celebrare questa giornata, il cui senso è tutt’altro che superato e i cui obiettivi sono tutt’altro che raggiunti.

La rivolta delle donne iraniane fa riemergere il tema dell’autodeterminazione, quale terreno di conflitto ma anche di trasformazione. Possano essere per noi - sopiti dentro una routine fatta di comode abitudini che spesso coltivano il seme infetto della differenza -  esempio e prova che cambiare è possibile, anzi necessario. Adesso.