Per il Giorno della memoria -“Il vero nome di Rosamund Fischer” di Simona Dolce
In presenza di un numeroso e attento pubblico mercoledì 22 presso la Biblioteca comunale si è tenuta la presentazione del romanzo "Il vero nome di Rosamund Fischer" (Mondadori, 2024) di Simona Dolce. Con l’iniziativa il Comune di Noci e la Biblioteca Comunale "Mons. Amatulli", in collaborazione con gli operatori del Servizio civile universale del progetto In Reading 2023, il Circolo dei lettori della Biblioteca e la libreria Fatti di carta, hanno voluto celebrare il Giorno della Memoria, sia pure in anticipo, con una manifestazione priva di retorica ma molto ricca di spunti di riflessione sull’Olocausto inquadrato da un punto di vista diverso dal solito. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Francesco Intini, l’introduzione della Consigliera comunale con delega alla Cultura Marta Jerovante e la lettura fuori campo delle prime pagine del romanzo a cura di Rossana Senada Marangelli, è stata la prof.ssa Fabiana Fago, italianista, a dialogare con l’autrice.
Rosamund Fischer ha ottant’anni e vive ad Arlington, in Virginia. Un giorno squilla il telefono e la voce di un uomo pronuncia il suo vero nome: Inge Brigitte. L'anziana signora è infatti la figlia di Rudolf Höss, il gerarca nazista che ha gestito il campo di concentramento di Auschwitz. Parte da qui il romanzo di Simona Dolce che, grazie ad un accurato lavoro di documentazione storica, racconta la storia di Inge Brigitte, la terzogenita di Rudolf Höss, che da bambina ha vissuto in una lussuosa villa a ridosso del campo di concentramento. Una figura femminile inedita, intrappolata nelle proprie contraddizioni ed incapace di ricucire i propri ricordi con la memoria della più grande tragedia del Novecento. Quando a 17 anni decide di scappare dalla Germania, sceglie una nuova identità, quella di Rosamund Fischer, e si trasferisce a Madrid, dove diventa indossatrice per il famoso stilista Cristóbal Balenciaga; inizia così una nuova vita nell’alta società dove incontra l’uomo che sposerà e con cui si stabilirà negli Stati Uniti. Dopo tanti anni trascorsi a crearsi una vita diversa, lontana dai riflettori della storia, anche se con il corpo sotto gli occhi di tutti, il passato bussa improvvisamente alla sua porta e lei decide di svelare, per la prima volta, la sua verità. Chi è nel profondo quella donna, è Rosamund o è ancora la piccola Inge Brigitte? Il romanzo con stile elegante e gentile racconta la quotidianità della protagonista fatta di gioie – i giochi, i regali, la piscina, gli animali, le favole della buonanotte lette dal padre – e di menzogne. Non sapeva, o non riusciva ad avere piena consapevolezza, di vivere accanto a un campo di sterminio, come non immaginava che il personale e gli operai che frequentavano la casa fossero dei prigionieri. Non poteva immaginare che il padre amorevole, accogliente, protettivo, amante come lei della musica, fosse invece il fautore di uno sterminio, un uomo che fa bene ed è orgoglioso del suo lavoro.
In questo cortocircuito è la portata della sua storia alla base del romanzo. Nella differenza tra ciò che Inge Brigitte ha davvero vissuto nella sua infanzia e ciò che ha appreso dopo sul conto dei suoi genitori e in particolare sull’adorato padre Rudolf c’è la tragedia di un’umanità ancestrale che ci riguarda tutti. Chi siamo, e come diventiamo ciò che siamo? Che significato hanno colpevolezza e innocenza quando sono incarnate da qualcuno che amiamo? “Il vero nome di Rosamund Fischer” è il tentativo dell’autrice di capire questa doppiezza, di indagare lo spazio di un’infanzia violata dalle menzogne e le conseguenze che trascinano nel futuro.